Lo studio del“World Economic Forum“ ha evidenziato come la consapevolezza della necessità di investire in modo convinto sulle tecnologie digitali e sull’ICT possa aiutare i Paesi emergenti, nel giro di pochi anni, a ridurre il numero di cittadini che ancora oggi vive in condizioni di grave povertà. “Le nuove tecnologie hanno già permesso di trasformare profondamente e modernizzare molteplici settori, da quello sanitario fino ad arrivare all’agricoltura”.
A dominare la classifica stilata quest’anno sono ancora una volta le nazioni nordeuropee, oltre a Paesi dell’estremità orientale asiatica quali Singapore, Taiwan, Corea del Sud ed Hong Kong. La popolazione di queste nazioni è già molto esperta nell’uso delle nuove tecnologie . In Finlandia il 90% dei cittadini dispone di un accesso ad Internet in ambito domestico; una cifra enorme se paragonata, ad esempio, al 70% degli Stati Uniti oppure all’85% del Regno Unito.
Il “Global Information Technology Report“ fornisce anche interessanti dati numerici: un Paese che riuscisse ad incrementare del 10% il suo punteggio generale, ottenuto nello speciale indice del World Economic Forum, godrebbe di una crescita pari allo 0,75% del PIL ed un aumento occupazionale dell’1,02%.
L’Italia si posiziona, su un totale di 144 nazioni prese in esame, solamente al 50esimo posto, in ritardo anche rispetto ai Paesi “club med” quali, addirittura, Spagna e Malta.
Il distacco fra chi ha saputo investire sulla banda larga, sulla sua diffusione, sull’educazione dei cittadini all’utilizzo delle nuove tecnologie , sul processo di integrazione tra aziende e servizi, sull’ammodernamento delle infrastrutture aziendali, sembra quindi essere,per l’italia, ancora molto evidente.